Formazione

Ogni persona è se stessa, un po’ per natura, un po’ per cultura. La formazione appartiene a quest'ultima dimensione.

Il nucleo dei miei interventi formativi, anzi, la verità più profonda dei miei interventi formativi, è promuovere lo sviluppo del potenziale umano. Degli individui, dei gruppi, in modo ben adattato agli specifici contesti di riferimento.

All'interno di queste coordinate di senso, qui definite in modo vago, ma declinabili molto concretamente sul campo, mi è possibile progettare e modulare formazioni ad  hoc per la committenza, su diverse tematiche educative, dell'età evolutiva e della crescita personale - professionale.  Dal singolo incontro, al breve ciclo, all’itinerario corposo ed articolato.

 

Sette verbi rappresentativi del mio modo di progettare e condurre la formazione?

  • Rigenerare. Certamente intendo il dispositivo formativo come opportunità per sollecitare “passi avanti” relativi alle tematiche programmate, ma non solo. Mi piace che sia un  tempo di ristoro, ricarica di umore, energie e motivazioni dei partecipanti. 
  • Ridere. Non è obbligatorio per tutti, ma è assolutamente integrabile con la serietà del mandato lavorativo. Apprendere ed evolvere col sorriso, per il sottoscritto, è una delle esperienze più generose dell'esistenza. 
  • Condividere. Vivo il mio ruolo di formatore come "persona tra persone". La condivisione di conoscenze, competenze e vissuti da parte dei membri del gruppo costituisce dunque una condizione fertile ed arricchente. Cerco di incoraggiarla e sostenerla, nella misura del possibile.
  • Comprendere. Tentare di osservare il mondo dal punto di vista dell’altro, assumendo una postura curiosa e non giudicante, è un atteggiamento che mi appartiene e che porto in aula, proponendolo come modo di stare e lavorare in gruppo.
  • Ordinare. A me piace che la formazione contempli al proprio interno l'offerta ai partecipanti di stimoli e mappe per essere "colf di se stessi". Considero il far chiarezza, il collocare in modo pulito ed  "ordinato" le proprie istanze emotive e cognitive, in riferimento al tema affrontato, come passaggio importante per accedere a nuovi saperi e differenti sguardi sul mondo.
  • Orientare.  Come tradurre le acquisizioni del "qui ed ora" formativo nel "là ed allora" della vita reale? Questa domanda abita la formazione che propongo e vuole condurre verso risvolti concreti, applicativi. In ambito educativo,  ma non solo, la costruzione di un agire consapevole ed intenzionalmente orientato costituisce un elemento di competenza, un fattore di "buona salute".  
  • Fare. Quest'ultimo verbo riguarda la metodologia che impiego in aula, interattiva ed esperienziale.

 

Tre aggettivi, e non di più, per la mia formazione?

  • Formazione genuina. Non nego l'importanza del riconoscimento economico, ma non lavoro solo per soldi. Che significa?  Scelgo di progettare e realizzare formazioni col criterio di coerenza con mie motivazioni e convinzioni profonde. Limitate, forse imperfette, ma oneste, come un piatto di ravioli fatto in casa. Genuinità insomma.
  • Formazione sostenibile. Credo che fare fatica non sia solo privazione, anzi, tuttavia, essendo la formazione una parentesi di vita da collocare all'interno della vita, preferisco “cucinarla senza eccesso di grassi”. In altre parole, progetto e conduco compatibilmente con le economie di tempi, energie e risorse delle persone e delle organizzazioni per cui presto servizio. Sostenibilità insomma, per non scrivere "digeribilità".
  • Formazione rispettosa. "Ognuno è degno". Questo è un mio motto. Per quel che mi sia concesso sentire, nel mio animo albergano sentimenti di riconoscimento, legittimazione e delicatezza verso le individualità e le soggettività. In aula è mia responsabilità garantire un clima di sicurezza. Una "buona terra", per dirla con la metafora che mi appartiene. Ciò posto, battute ed ironie sono legali. Possono rivelarsi azzardi nelle relazioni interpersonali, ma credo che per sorridere si possa rischiare e, se necessario, recuperare. Insomma, formazione fondata su un clima di rispetto fra i partecipanti, ma senza rinunciare alla leggerezza.